Castello di Porciano

La prima menzione del castello risale agli inizi dell’XI secolo, quando un documento del 1017 lo designa quale residenza del conte Teudelgrimo Guidi, capostipite della nobile famiglia dei conti Guidi di Porciano.

Nel XIII secolo il castello fu di proprietà del conte Tegrimo, noto per essere tornato a Porciano nel 1288 dopo la battaglia di Campaldino, per derubare i mercanti e i viaggiatori che passavano accanto al castello. Per questo, nel 1291 il conte fu processato e condannato ad una multa di 10.000 fiorini d’oro da pagare al podestà di Firenze.

Il 20 marzo 1349, il suo discendente Ludovico Guidi, ultimo rappresentante della nobile famiglia, divenne frate e, secondo le regole secondo le quali doveva spogliarsi di tutte le cose terrene, consegnò il castello e il resto dei beni alla città di Firenze. Nel XVIII secolo il castello venne venduto alla famiglia Goretti de’ Flamini, che fu proprietaria anche del castello di Romena. Il castello fu poi abbandonato per un paio di secoli, fino agli anni 1960 quando venne fatto restaurare dalla contessa Flaminia Goretti de’ Flamini e dal marito statunitense colonnello George A. Specht.

Museo

Secondo la tradizione, il castello ospitò Dante Alighieri in esilio dopo la battaglia di Campaldino.

Dentro al castello è stato allestito un museo, dove è possibile visitare il salone di Dante, la sala di rappresentanza del castello e le collezioni ospitate ai piani inferiori dell’edificio: la raccolta di arnesi domestici e strumenti agricoli usati nella campagna circostante del Casentino nel XVIII e XIX secolo; l’esposizione dei reperti ritrovati durante i restauri del castello (ceramiche, vasellame e vetri risalenti fino al XIV secolo) e la documentazione fotografica sui restauri stessi; l’esposizione di reperti dei nativi americani provenienti dal Dakota del Nord (Stati Uniti) e facenti parte della collezione privata del colonnello Specht.